DUN VET CAL PIOV (Racconto di Giuseppe Lucisano)

DUN VET CAL PIOV
(Trad. dove vai che piove?)

Dedicato a chi ama pedalare sotto la pioggia

Certo, certo con questi nuvoloni in arrivo meglio stare sul divano… o al massimo farsi una corsetta sotto casa.
Ma alle 7 c’era il sole. Forte, limpido e chiaro.

La bici ha le gomme la strada ma non ho voglia di cambiarle, ho solo voglia di uscire, pedalare come al solito senza una meta precisa. Ieri ho guardato le mappe, visto nuovi percorsi… ce ne sono 1000! Se ne parla più avanti.
Mi preparo, metto nello zainetto la mia giacca in goretex del ‘99 (urca! ha fatto 20 anni) e un pile sottile in più.
Arrivato alla Madonnina di Pizzocalvo giro a sinistra per via Molino grande e al ponticello imbocco il sentiero… Il “Luna Park” tra alberi e radici, curve paraboliche e salitelle. Entro nella macchia e risalgo l’Idice. Acqua e foglie, luce e ombra.

Rientro su via Montebello dopo 10’ con le gambe un po’ più calde e vado via sulla strada bianca, ghiaia e buche ma è sempre bellissima. A Mercatale si va su verso Poggio Scanno (salita impossibile ma ci provo come al solito). C’è una collina gialla ricoperta di fiori… Devo dirlo a mio nipote…
Poche centinaia di metri e devo mettere giù il piede… Il cuore va a 1000, troppo.
Però alzo la testa, mi guardo intorno, sono quasi in cima.
Questa salita è durissima e ogni volta mi fermo a più o meno a metà. Chissà se un giorno arriverò in cima, o ci arriverà mio figlio.
Forse è il rapporto che non basta… o forse le gambe.

Comunque salire così in fretta è bellissimo.
In pochi minuti passo dalla valle alla cima della collina, lo sguardo spazia quasi all’infinito in ogni direzione, e vedo in lontananza la pioggia sulla pianura tra le colline, ma ancora lontana.
Lo so, la prenderò tutta, l’ho messa in conto. Intanto mi godo questo momento.
Sono sotto un ombrello di fiori, arrivano le prime gocce, sottili, sottili, sottili…
Ma oggi il sole è sparito, mi metto la mia giacca speciale e continuo a salire pian piano.
Finalmente spiana e poi ricomincia, ama ora si può pedalare, piano piano giro intorno alla collina e vedo il Memoriale.Ci arrivo nel mezzo del vento più forte, mi sembra di essere in mare, in barca a vela, quando non vedi l’ora di essere in porto.
E qui comincia a piovere davvero.

E piove, piove, piove… Non si torna indietro, anche se sarebbe meglio, il sentiero si bagna presto, la bici scivola e per 3 volte mi vola via. La lascio andare e salto giù senza danni, vado talmente piano che è quasi impossibile farsi male.
Però in salita devo scendere e camminare, le gomme lisce non vanno, non sarebbe andata nessuna gomma qui oggi.
Arrivo in cima. Temo solo i fulmini, sono su un “pezzo di ferro”. E scendo sulla “Luna”. Via questi occhiali. Cammino sulla Luna dopo aver tolto 10kg di argilla dalla bici. Me la porto in spalla un po’.

Finalmente posso “darmi una pulita” e risalire in sella. Di acqua ne ho presa tanta ma sto bene. Dalla Luna si scende veloce su una strada di ghiaia, la bici si pulisce un po’ e arrivo in fondo su via Montebello.
Ed ecco la sorpresa!!!!!! La lepre tutta bagnata come me che mi aspetta e mi guarda. Fa un salto di qua e si ferma. Mi guarda e scappa via nei campi.

Pedalo veloce giù, viaggio sulle pozzanghere e lavo le gomme. Scendendo penso a quante volte appena piove scappiamo a casa e invece se corriamo o siamo in bici e pedaliamo non fa freddo, e il tempo vola. In 20’ sono di ritorno, 3€ e tolgo tutta questa argilla. La bici è come nuova, sono decisamente più sporco io di lei.

dunvet1

La prossima volta che piove esco apposta…

(Giuseppe Lucisano)

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