Riflessioni

Vi invitiamo a leggere alcuni punti del modo di intendere il nostro viaggiare ed il nostro stare insieme: una base comune e piuttosto approfondita se letta attentamente.

I – Grandi Metropoli, caseggiati anonimi che si allungano in periferie grigie e fumose, campi che hanno perso il colore della natura per assumere quello della polvere e dello smog.
Milioni di bambini che gravitano attorno a mura domestiche troppo strette, a quartieri sporchi, a spazi senza respiro. Oppure affogati nei palazzi del centro, viziati, protetti o abbandonati alla televisione che riempie le ore ma svuota le teste.
Cosa manca?
Una bicicletta per far galoppare la fantasia.
Una bicicletta per stare con la famiglia. Viaggiare con essa. Con gli amici. Per esprimere gioventù, forza, voglia di vivere. Parlare. Per andare col branco. Per sognare. Per scoprire tutto il bene che c’è dentro di noi. Fuori di noi. E che rischiamo di non vedere più con questa dannata mania di “attraversare la vita a passo di carica”.

II – Il Mondo della bicicletta avanza favorito da una realtà che invoca sempre di più da parte dell’Uomo un’attenzione responsabile verso i grandi problemi della natura, della salute, della sopravvivenza.
La bicicletta, anche quando costringe alla fatica, è il mezzo che consente un recupero totale dei valori umani in una natura più rispettata, meglio esplorata, più intensa e più ricca di messaggi.
Andare in bicicletta è il miglior modo per restare con se stessi, in grandissima profondità, per pensare e per avere, al tempo stesso, sott’occhio tutto ciò che succede intorno, tutto ciò che si vede e rafforza la memoria.
La bicicletta diviene così complice di un’avventura quotidiana.

III – L’intensità del rapporto tra l’Uomo e la Bicicletta nasce naturalmente con un gesto che ha sapore di antica cavalleria: un balzo sulla sella e tutto comincia in una singolare ed immediata armonia dei gesti e degli intenti.
Così succede ai bambini traballanti sul primo trespolo della loro vita.
Così succede ai grandi che in un lampo concretizzano il sogno.

IV – La Bicicletta è certamente la regina dei piaceri “poveri”, perché nella sua cultura si annida una realtà destinata a farci più ricchi: di valori, di sentimenti, di cultura e di forza politica.
Senza nulla togliere al nostro benessere ed al nostro progresso.
Grazie alla bicicletta stiamo riscoprendo la strada. Il viaggio.
La conoscenza delle cose; degli uomini. Delle pietre della nostra storia. Del tempo degli antenati. Del paesaggio naturale che vogliamo conservato per il futuro nostro, ma soprattutto dei piccoli.
Dei borghi della nostra geografia. Delle botteghe che propiziano gli incontri. Delle piazze dei paesi ove fiorisce una cultura che genera tolleranza tra le genti.
Il consumismo dissennato ci ha fatto perdere di vista infiniti valori che la bicicletta – sì anche la bicicletta – pedalata dopo pedalata, ci aiuta a riscoprire portandoci a vedere, a sentire tutto ciò che di bello (o di brutto) c’è intorno a noi.

V – E’ il momento di lavorare per una civiltà che cerchi e trovi la soluzione ai problemi di ora.
Non abbiamo (o abbiamo poche) strade libere, né nei luoghi abitati, né nelle periferie, a volte neppure in campagna.
Ai ragazzi non è consentito il sogno di una fuga oppure la possibilità di recarsi allo studio in bicicletta. Agli adulti non è consentito di raggiungere il lavoro senza rischiare la vita: la paura dei mezzi motorizzati porta gli uni e gli altri a chiudersi, ad avere la corazza attorno, a difendersi con violenza dalla violenza della strada.
Tutti i problemi di convivenza con l’automobile possono essere risolti col favorire l’uso quotidiano della bicicletta in una comunità consapevole di quanto può essere utile questo mezzo di trasporto nel traffico caotico di oggi e del futuro.

Pierino Poli
per il Monte Sole Bike Group
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