Il nostro impegno per lo sviluppo della rete ciclabile

La città di Bologna conta meno di 400.000 abitanti, possiede il più grande centro storico medievale del mondo ed essendo sostanzialmente pianeggiante ha tutte le caratteristiche per diventare una città ciclabile.

Le Giunte comunali che si sono succedute negli anni hanno – chi più chi meno – presentato un programma di sviluppo delle piste ciclabili che – a volte e senza fretta – è sembrato portare verso questa direzione.

Noi del Monte Sole Bike Group – FIAB Bologna crediamo che le strade dedicate esclusivamente alla bicicletta, per altro ancora da venire in quantità e qualità accettabili, non potranno da sole essere sufficienti. Occorre ri-progettare ogni strada, (e ogni intersezione…) e ripensare utilizzo e segnaletica delle esistenti avendo in mente come anche ciclisti e pedoni le possano percorrere. E questo con due obiettivi:
– favorire la viabilità ciclabile (leggasi ciclo-pedonale);
– favorire la viabilità automobilistica.

A noi del Monte Sole Bike Group – FIAB Bologna appare infatti evidente che il primo obiettivo è strettamente legato al secondo poiché a nessuno – e specialmente agli automobilisti – serve che coloro che vorrebbero usare la bicicletta (o andare a piedi) si rassegnino per mancanza di sicurezza o per altri motivi ad andare in auto. Nessuna città, e meno ancora Bologna, può sopportare che tutti i propri abitanti si spostino in auto.La mobilità ciclabile favorisce innanzitutto, ad esempio, il parcheggio degli automobilisti in quanto diminuisce il numero potenziale degli utenti degli spazi-auto.

Ma allora, perché non produciamo le situazioni necessarie a che ciò si avveri?
Ridurre il numero di cittadini che si sposta in auto – e quindi diversificare i mezzi di spostamento dei cittadini – è innanzitutto favorevole agli automobilisti. Occorre pertanto riportare l’uso dell’auto nell’alveo originale. Cioè: l’auto è un mezzo utile per i tragitti medio-lunghi, per il trasporto di merci o persone non altrimenti trasportabili.

Ma non basterà dirlo; occorre modificare le scelte degli abitanti e, quindi, innanzitutto riproporre senza stancarsi il concetto che si tratta di una scelta individuale, che l’automobile non è ineluttabile per spostarsi, che spesso non è il mezzo più veloce, né il più comodo – e di solito è il più costoso – mentre sicuramente è il più dannoso per la salute (sul fatto che l’automobilista respiri molti più inquinanti – sullo stesso percorso – di un ciclista esiste una tale ampia documentazione scientifica che pare opportuno non dilungarsi ulteriormente).

Ma nemmeno questo basterà; occorrerà ribadire che la strada è un servizio da condividere con tutti gli altri cittadini, in cui certo vige una legge – il Codice della Strada – ma in cui vorremmo che oltre a rispettare il Codice si rispettasse l’utente della strada che ci passa vicino.