Inaugurazioni reali e treni virtuali

La nostra lettera alla Regione e Trenitalia

Domenica abbiamo avuto qualche peripezia col treno, niente di nuovo per carità però, come al solito, non vogliamo lasciar perdere e quindi abbiamo pensato di scrivere, ancora una volta a Regione e Trenitalia, qui il testo della mail:




“Buongiorno,


Abbiamo accolto con favore l’inaugurazione della nuova ala della stazione Centrale di Bologna e della nuova fermata Mazzini. Soprattutto per l’attenzione che è stata posta alla mobilità ciclabile raccordando entrambe con le ciclabili esistenti, addirittura nottetempo quella di via Mazzini.



Con ancora nelle orecchie l’eco dei festeggiamenti di ieri questa mattina siamo partiti per un’escursione in bicicletta sul nostro Appennino. La prima sorpresa alla partenza: lo scompartimento per le biciclette (come spesso accade) era chiuso e abbiamo dovuto posizionare i nostri mezzi nei vestiboli lungo il convoglio. Poco male, ci siamo abituati, il capotreno è stato comprensivo e disponibile. Al ritorno il peggio: il treno 11636 delle 17.07 è stato soppresso, nessuna spiegazione, solo le scuse di Trenitalia. Il treno successivo delle 18.04 nonostante sull’orario fosse indicato il trasporto bici ne era anch’esso sprovvisto. Anche in questo caso il capotreno, davvero molto comprensivo, ci ha consentito di salire nonostante il treno fosse già pieno di persone e di altri ciclisti.



Riteniamo che oltre alle inaugurazioni in gran pompa, con grande dispiegamento di forze dell’ordine (addirittura un elicottero), si dovrebbe provare a far funzionare l’esistente.



Siamo consapevoli dello scarso effetto che susciterà questa nostra ennesima mail ma come di consueto ci sentiamo di porre alla vostra attenzione una testimonianza di chi il treno lo utilizza nella speranza che le cose migliorino.



Cordiali saluti



Monte Sole Bike Group – FIAB Bologna




Vedere il nostro appennino pieno di luoghi di grande bellezza e di grande interesse storico e naturalistico morire lentamente è uno spettacolo davvero pietoso. Sempre domenica siamo passati da Campolo, fino a pochi anni fa famoso per un ristorante in cui si poteva mangiare il tartufo tanto che le effigi dei proprietari campeggiano, scolpite nella pietra, ai lati di quello che era una volta l’ingresso. Oggi non c’è più niente né il ristorante, né la pizzeria, e neanche il bar, solo una serie di abitazioni vuote con il cartello vendesi o affittasi. Non crediamo che la responsabilità sia come si può facilmente affermare della “crisi”. Questi luoghi sono sconosciuti ai più, e stanno diventando sempre più difficilmente raggiungibili da quel turismo definito “slow” che la nostra associazione pratica sin dalle origini e che è il solo in grado di apprezzarne la bellezza.



La nostra lotta continua…



Nella foto l’angelo di Nicola Zamboni a Cerpiano