Dalla valle del Savena alla valle del Reno
Ritrovo: ore 8,45 in P.zza Maggiore fronte S. Petronio. Partenza entro le ore 9,00
Guida: Andrea Mugione
Percorrendo via Murri e poi via Toscana raggiungeremo San Ruffillo, entrando cos? nella lungovalle del torrente Savena. Saliremo a Brento percorrendo il sentiero 110 CAI che segue l?antica via degli dei, dal cui crinale si possono ammirare le cime del nostro appennino. Scenderemo poi da Badolo dove si trova una famosa parete di roccia calcarea, palestra dei freeclambing nostrani. Da Battedizzo ci dirigeremo verso Vizzano percorrendo il tratto iniziale della Ganzole e devieremo verso il Reno dove attraversato uno stretto ponte si raggiunger? l?altro latro del fiume. Visiteremo palazzo de? Rossi rientrando a Bologna attraverso il parco Talon.
La lunghezza complessiva del percorso ? di circa 50-55 Km misurata con ritorno in P.zza Grande il dislivello circa 550 m. Il pranzo, in base al tempo di percorrenza, sar? al sacco sul crinale o a palazzo de?Rossi, comunque all?aperto salvo pioggia. N.B. il giro sar? rinviato a data da destinarsi solo ed esclusivamente in caso di maltempo.
Grado di difficolt?: percorso su sterrato 3/5 – percorso su asfalto 2/5
Necessaria la mountain bike in ordine il casco ed almeno una camera d?aria di scorta.
Per informazioni:
Andrea Cell 328.8792120
e-mail: andrea.mugione@fastwebnet.it
Il Palazzo de’ Rossi ed il Borgo
Sulla strada del ritorno si potr? ammirare il castello ed il relativo borgo di palazzo de? Rossi fatto edificare da Bartolomeo de’ Rossi alla fine del ?400. Costui fece erigere la sua sontuosa dimora, alle porte di Bologna, vicino al fiume Reno, circondato da una ricca tenuta agricola, nella valle sotto le ultime colline dell’Appennino. L?edificio principale fu costruito su due livelli in modo da avere una parte pi? soleggiata ed una parte ombrosa e fresca, vicino al canale del Reno che garantiva l?autonomia d’acqua per tutte le necessit? del Castello e del Borgo. Le case-botteghe si affacciano ancora sulla piazza del Borgo dominata dalla dimora padronale e dalla Torre Colombaia. Le corti, le sale, i loggiati ariosi e le grandi finestre aperte sulla campagna circostante e sul meraviglioso giardino all’italiana asimmetrico, ci fanno comprendere che all?epoca, ormai rinascimentale, i castelli nascevano dal desiderio dei nobili e dei ricchi mercanti di possedere sontuose dimore di campagna senza pi? quella necessit? militare che aveva contraddistinto i secoli precedenti. Tant?? che l’elegante costruzione tardo-gotica, terminata dai figli di Bartolomeo, Nestore e Mino, all?inizio del ?500 fu luogo di soggiorno per alcuni personaggi illustri dell?epoca, come: Giovanni II Bentivoglio e la sua famiglia, in seguito nell’inverno 1506-1507 il Pontefice Giulio II venne accolto con tutto il suo seguito, successivamente Leone X nell’inverno 1515-1516, Paolo III Farnese Pontefice del Concilio di Trento, fu ospite nel 1543 del Conte Ludovico de’ Rossi. Ludovico de’ Rossi va ricordato per la gran cura con cui ripristin? il Castello nelle parti danneggiate o distrutte nel 1527 dal passaggio dai famosi Lanzichenecchi (s? proprio quelli dei Promessi Sposi) che anche qui devastarono, uccisero e saccheggiarono. Il figlio di Ludovico, il coltissimo Gian Galeazzo, fu grande amico e mecenate di Torquato Tasso e lo volle suo ospite nel 1586. Alla fine del settecento Camillo Turrini de’ Rossi, elimin? l’antica Torre che era posizionata sul lato del Castello e cambi? il giardino che era adornato da rose, da piante di limoni ed aranci, trasformandolo in un giardino all’italiana di gran moda in quel periodo. L?originario Castello divenne cos? il “Palazzo de’ Rossi” giunto sino agli eredi ai nostri giorni.