I canali di Bologna

Ezio Zambianchi e Marco Frascaroli

 

Ritrovo ore 8,30 Piazza Maggiore partenza ore 9,00

Par cgnòsser un Bulgnèis, ai vol un an e un mèis; e po quand t’l’hè cgnusò , t’an al cgnòss brisa cum at cgnòss lo.

I bolognesi sentono che le proprie radici sono piantate profondamente nell’acqua, come quelle delle  piante  palustri , e per questo piangono perché i canali cittadini sono stati sepolti sotto l’asfalto divenendo orribili parcheggi.

Il tempo ha fatto affondare nell’acqua scura dell’oblio le piccole e le grandi storie della Bologna che viveva sull’acqua.

Anticamente ogni città doveva difendersi con solide mura circondate da fossati pieni d’acqua per impedire ai nemici di avvicinarsi. Se l’acqua era indispensabile per la guerra, era altrettanto indispensabile per la pace, nel senso che la grande forza meccanica della corrente muoveva ogni macchina adibita ad uso “industriale”, come i mulini, i pesanti magli per la lavorazione del ferro o i complessi filatoi.

La difesa della città e la produzione industriale non furono però i soli meriti dei canali, perché l’acqua convogliata in città, dopo essere stata utilizzata in mille modi, veniva poi immessa nel Navile divenendo un mezzo insostituibile di trasporto per le merci e le persone mediante i grandi barconi che potevano arrivare al Po e quindi al mare.

I canali erano dunque in servizio permanente della guerra e della pace, come dire che la città di Bologna, che era nel Medioevo una delle più potenti d’Europa non avrebbe potuto esistere senza un sistema di canali. Questo è un merito tanto grande che ci costringe a guardare con estremo rispetto questa antica fatica degli avi.

Livello di difficoltà : (Scala da 1 a 5) 1

Lunghezza del percorso: 15 km

Fondo stradale : asfalto

Bici : Tutte

 Cice-Roni : Marco Frascaroli (3492673617)-Ezio Zambianchi (3382197418)