Ritrovo: Piazza Maggiore angolo Podestà/Nettuno ore 9,45
Guida: Patrizio Patrizi e Giulia Caffaro

Questa mattinata dedicata all’arte contemporanea si divide in due momenti: il primo all’aperto è dedicato alla street art, il secondo come annunciato all’interno del Mambo.

Si tratta della visita alla mostra permanente “Arte povera 1968” curata per il MAMbo da Germano Celant,
padre del movimento, e da Gianfranco Maraniello, direttore del Museo dal 2005 al 2015. Questa
rassegna trae spunto da una delle prime esposizioni tenutasi proprio a Bologna nel 1968 alla
Galleria de’ Foscherari e offre una propria attenta lettura delle origini dell’Arte povera e dello
specifico filone editoriale connesso.

Nel bel mezzo di una nuova ondata rivoluzionaria e creativa, nel 1968, Bologna ospita una rassegna
dei migliori artisti appartenenti a questa corrente, artisti alla scoperta incondizionata del mondo.
L’Arte Povera si distingue per un approccio intuitivo e vitalistico, che attinge dalla natura per
estrapolarne situazioni di energia. Opere che plasmano la materia senza modificarla tirandone fuori
il potenziale simbolico e sensoriale, miscugli, sovrapposizioni e accostamenti di metalli, materiali
organici, elementi, reazioni chimiche, scambi di energia, processi vivi, tensioni fisiche e
psicologiche.

Oggi vengono presentate al pubblico alcune delle opere esposte durante la mostra storica, per
rievocare l’emergere sulla scena artistica di Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro,
Giulio Paolini, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Mario e
Marisa Merz, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto e altri che, sotto la denominazione di “Arte
Povera”, crearono il movimento italiano più noto ed influente del secolo passato. Accanto a questi
colossi artistici si dispongono armoniosamente altre opere che mettono in luce le ricerche condotte
dai 13 artisti che portarono natura e processi attivi all’interno dello spazio espositivo, schierando
l’”anti-forma” a favore di una maggiore focalizzazione su di essi.

Con un significativo accostamento di questo linguaggio artistico allo spirito della bicicletta,
riprendiamo la valenza alchemica di queste opere che, dopo cinquant’anni, ancora mantengono
espressivo il loro volto. Il moto ritmato e perfetto che attiviamo in bicicletta, insieme ai messaggi
contenuti in queste opere, ci ricordano che siamo semplici punti di un incessante ciclo vitale,
animati da energie invisibili.



Livello di difficoltà: 1/5

Lunghezza del percorso: 10 km

Tipo fondo prevalente: asfalto

Tipo di bici adatto: tutte

Prescrizioni specifiche: catena con lucchetto