Sono imbarazzata per le affermazioni che leggo e mi sto ancora augurando che ci sia un “misunderstanding” delle parole dell’assessora che non voleva dire che la città è un luogo pericoloso dove chi è più vulnerabile si deve difendere, dove è evidente che ad un bambin*/ragazzin* non è consentito andare da solo perché per definizione ad una certa età la distrazione è quasi normale.
Assessora Priolo, mi auguro che possa spiegare meglio questo concetto di “distrazione” perché la distrazione può essere molto diversa da un soggetto all’altro. Se ho in mano una pistola vera e “sparo” inavvertitamente il risultato è profondamente diverso da chi ha una pistola finta e sta giocando a sparare. Se sto guidando a 30km all’ora riesco a governare il mezzo e salvo “il bambino” che distrattamente sfugge alla mano della nonna. Ma riesco anche a governare prontamente la situazione nel caso la nonna “distrattamente” stia attraversando la strada mentre parla al cellulare.
Ma arrivo a dire che da automobilista, se sono distratta perché parlo al cellulare (praticamente la norma dell’automobilista medio) se vado piano riesco anche ad evitare la nonna che ha la “colpa” di attraversare la strada e non aver prestato sufficiente attenzione all’automobilista distratto dal suo cellulare.
Insomma, assessora Priolo, le situazioni possono essere veramente molteplici e le parole andrebbero utilizzate con cautela, soprattutto al cospetto di cittadini e cittadine che hanno perso la vita non a causa della loro distrazione ma a causa di città inospitali per le persone.
Giulietta Pagliaccio
(Presidente FIAB )