Case avanzate per i ciclisti, doppio senso ciclabile e distanza di un metro e mezzo dal ciclista in fase di sorpasso. È stato approvato dalla Commissione Trasporti della Camera il testo di Riforma del Codice della Strada che contiene alcuni passi avanti per la mobilità ciclistica in Italia. A questo punto tocca alla Camera dei Deputati approvare la legge che da (tanto) tempo FIAB chiede a Governo e Parlamento per mettere al centro le persone, non le automobili. Come ci aveva detto il deputato del M5S, Diego De Lorenzis, il doppio senso ciclabile, assente in un primo momento, è stato inserito grazie a un emendamento.
Ancora lontano dall’essere approvato in via definitiva, la parte del nuovo Codice della Strada che riguarda i ciclisti prevede alcune misure che favorirebbero la mobilità attiva, aumentando anche la sicurezza. Le case avanzate, ad esempio, garantirebbero uno spazio per le biciclette davanti alla colonna di auto in attesa che scatti il verde al semaforo. Facendo respirare ai ciclisti meno gas di scarico possibile. «Oggi è stato fatto un ulteriore passo in avanti in tema di mobilità sostenibile e miglioramento degli spostamenti dei cittadini – ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Michele Dell’Orco – spero che il Parlamento possa licenziare la legge in autunno».
C’è poi il doppio senso ciclabile, una delle battaglie più importanti che FIAB ha fatto per rendere più fluidi e veloci gli spostamenti in bicicletta soprattutto nei centri storici. In sicurezza, naturalmente, e magari all’interno di zone 30 dove le automobili sono costrette dal Codice a moderare la velocità. Interessa anche le strade extraurbane l’obbligo di mantenere una distanza di un metro e mezzo quando si supera un ciclista.
Sul tema sicurezza FIAB appoggia la bocciatura della proposta che voleva aumentare il limite di velocità in autostrada a 150 km/h. Purtroppo il testo appena approvato dalla Commissione trasporti contiene anche un emendamento che prevede il casco obbligatorio in bicicletta per i bambini fino ai 12 anni. Sul tema la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta si è già espressa: se l’elmetto è fortemente consigliato per bambini e anziani, il renderlo obbligatorio finirebbe con il disincentivare la mobilità ciclistica. Abbiamo anche visto cosa fanno in merito in Europa per la sicurezza degli utenti attivi della strada. Sull’argomento è intervenuto anche il Presidente FIAB, Alessandro Tursi: «In un Paese dove la maggior parte dei cittadini, inclusi i parlamentari, sono automobilisti, in pochi si rendono conto che il vero problema è l’automobile. Non il casco, che non va reso obbligatorio perché disincentiva all’utilizzo della bici. E meno bici vuol dire più incidenti come dimostrano le statistiche di safety in numbers».